Si intitola “Pianisti di altri mondi”, la rassegna che prenderà il via al Teatro “Franco Parenti” di Milano, organizzata dalla Società del Quartetto di Milano in collaborazione con il teatro. Prenderà il via, domenica 19 gennaio con un concerto del pianista Vijay Iyer . Musicista e compositore poliedrico, si è imposto da bambino come genio della matematica, chiamato all’Università di Standford giovanissimo. Attualmente Vijay Iyer è professore con cattedra a vita nella prestigiosa Università di Harvard.
“Pianisti di altri mondi” si compone di un percorso in otto concerti ideato da Gianni Gualberto Morelenbaum critico musicale che ha fatto di una grande passione, la musica appunto, un lavoro apprezzato da molti, che lo ha portato quasi automaticamente a divenire un grande divulgatore. Gianni, nostro gradito ospite a Popular, parla così della rassegna del “Franco Parenti”. “Pianisti di altri mondi – spiega Morelenbaum – è una sorta di viaggio, in otto tappe, affidato a 11 musicisti provenienti da diverse parti del mondo, che ci porta a varcare le frontiere non solo geografiche ma anche stilistiche e temporali. Il percorso parte dalla musica accademica extra europea, in particolare quella delle americhe, partendo dal ‘900, per arrivare fino ai giorni nostri”.
Il pianoforte sarà il fulcro della manifestazione…
Questa parte della rassegna, è stata ideata per fare da tramite tra questa nuova realtà ed il pubblico del Quartetto, abbiamo scelto uno strumento istituzionale come il pianoforte, con lo scopo di utilizzarlo in modo non istituzionale. Il pianoforte è uno strumento antico, che in questo caso è un veicolo che mette in comunicazione cose completamente nuove e differenti tra loro, dal punto di vista musicale.
Con quale obiettivo hai ideato “Pianisti di altri mondi”?
Vorremmo creare con “Pianisti di altri mondi” una rassegna che possa esprimere le sue peculiarità, ricalcando il lavoro che facemmo l'”Aperitivo in Concerto” quando, corso di 25 anni, costruimmo un pubblico pronto all’ascolto delle proposte musicali più variegate. C’è da dire che la divulgazione in campo musicale in Italia è una sorta di buco, viene guardata spesso con sospetto, anche se è fondamentale per poter conoscere cose di cui si ha una diffidenza immotivata. Vorremmo ripetere, con “Pianisti di altri mondi”, l’esperimento che ebbe grande successo con ‘l’Aperitivo in concerto”.